Santo Piazzese

Santo Piazzese

Santo Piazzese, biologo palermitano, è autore dei romanzi I delitti di via Medina-Sidonia, La doppia vita di M Laurent, Il soffio della valanga, Blues di mezz’autunno, tutti pubblicati da Sellerio e tradotti in Francia e Germania, e di alcuni racconti apparsi in varie riviste e antologie. Ha vinto numerosi premi, tra i quali, il Grazia Deledda e, con la versione francese de Il soffio della valanga, il Prix du Polar de la Méditerranée a Cannes. Nel 2013 gli è stato attribuito il “Premio Rocco Chinnici. La cultura per la legalità”. Nel 2000 ha esordito anche come autore radiofonico, con un radio-documentario in sei puntate dedicato ad alcuni siti della Sicilia antica e trasmesso dalla terza rete RAI. Collabora con il quotidiano La Repubblica e con alcune riviste italiane e straniere. Nel 2007 gli è stato dedicato il volume Palermo, i luoghi del noir. Una conversazione con Santo Piazzese, a cura di Giuseppe Traina e Salvatore Ferlita, con foto di Daniele Pitrolo (Ed. Kalós). I suoi romanzi sono noir metropolitani, ambientati a Palermo, impregnati delle atmosfere della città, di cui offrono una interpretazione lontana dagli stereotipi sulla Sicilia solitamente esportati dal cinema e dalla letteratura.
L’autore, nella sua introduzione al volume Trilogia di Palermo pubblicato da Sellerio nel 2009, che racchiude i suoi tre primi romanzi, presenta così la sua opera:

“…I delitti di via Medina-Sidonia, insieme con il successivo, La doppia vita di M. Laurent, nato per gemmazione dal precedente, presenta un punto di vista su Palermo che è stato definito anomalo. Più che di anomalia, sarebbe forse più corretto parlare, in senso letterale, cioè geometrico, di eccentricità, essendo il tema della mafia il centro rispetto al quale, nei due romanzi, mi ero spostato. Essi sono percepiti come romanzi senza mafia. In realtà, la mia principale ossessione, in corso di scrittura, è stata quella presentare la mafia come una realtà immanente su Palermo, così fenomenica da rendere accessorio il parlarne in termini diversi dall’ allusione. Non romanzi senza mafia, dunque, ma senza la mafia come protagonista principale. Ma, non per questo, di sostanza meno drammatica, nonostante l’ ironia pervasiva che li attraversa…
Con il terzo romanzo, Il soffio della valanga, cambia tutto. Al protagonista dei primi due, l’io narrante Lorenzo La Marca, docente universitario e detective involontario e flâneur, si sostituisce il commissario Vittorio Spotorno, suo amico e compare d’anello, che per mestiere è abilitato a occuparsi di delitti di mafia…
…La Palermo che affiora da questo terzo romanzo sembra avere pochi punti di contatto con la metropoli emancipata e vitaiola dei primi due, al punto da apparire a tratti antitetica, incomunicabile e circonfusa talvolta da un alone di cupezza. Di questo mi è stato chiesto conto di frequente, da parecchi lettori.
In realtà, le due città convivono, insieme a molte altre, e sono sotto gli occhi di chi abbia voglia di vederle. Ciò che cambia tra i primi due romanzi e il terzo è il punto di vista dell’osservatore. Perché La Marca e Spotorno, per diversità di professione, di stato civile, di frequentazioni e di carattere, difficilmente potrebbero condividere una stessa prospettiva. E se la città influenza lo sguardo, ne è a sua volta influenzata. Come la scrittura.”.

 


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