Gioele Valenti
Gioele Valenti è un compostitore e polistrumentista siciliano, scrittore di racconti e critico musicale attivo su riviste nazionali come Rockerilla, Rockit, Nerdsattack ecc…
Molto attivo negli ultimi anni sulla scena neopsichedelica nordeuropea in diverse formazioni ( (Josefin Ohrn, Lay Llamas), gira l’Europa con due delle sue creature musicali, JuJu e Herself.
Il lavoro di Herself viene salutato dalla critica, sin dagli esordi in casa Jestrai (prima label dei Verdena), come un armonico meeting tra Sparklehorse, Gravenhurst e Will Oldham. Con un pugno di dischi alle spalle, il songwriting di Gioele Valenti sa di folk apocalittico a bassa fedeltà, derive crooner e pop adamantino, e sebbene affondi le sue radici nella tradizione della forma canzone, la sua musica osa spesso nel territorio di una sperimentazione sottile ed equilibrata. Il nuovo Rigel Playground predispone l’ascoltatore per un viaggio di folk cosmico, in cui gli inglesismi della tradizione si sposano con una vena alt, come se Beatles e Sparklehorse incontrassero i tormenti di Nick Drake e l’intimismo di un Mike Scott. Avvezzo da sempre alle collaborazioni (neglianni, Amaury Cambuzat degli Ulan Bator, John Fallon dei The Steppes, Capra Informis dei GOAT ecc…), ospite illustre in questo disco c’è Jonathan Donahue, singer degli americani Mercury Rev, band di assoluto rilievo nell’indie internazionale, che oltre ad aver prestato la voce sul singolo The Beast of Love, ha – a detta dello stesso Herself – informato l’essenza dell’intero disco.
JuJu è invece un progetto di psichedelica pan-mediterranea, in cui convergono gli stilemi del rock lisergico a cavallo tra ’80 e ’90, pulsioni krautrock ed elementi di tribalismo africano. Con questa formazione, Gioele Valenti ha pubblicato tre dischi (il debutto self-titled, ‘Our Mother Was A Plant’, ‘Maps And Territory’) e un quarto di imminente uscita, tutti per l’etichetta inglese Fuzz Club Records, label di punta del movimento neopsichedelico nordeuropeo. Con JuJu, Valenti è stato impegnato negli ultimi anni in una nutrita attività live, che l’ha portato ad esibirsi in festival come il Liverpool Psych Fest, il Fuzz Club Eindhoven, il Dunajam, e in locali come il Supersonic di Parigi, la Roundhouse di Londra o il Muziekgietereij di Maastricht.
Dicono di lui:
“‘JuJu’ is an album of sweepingly melodic music that still retains a strange kind of intimacy. Just when you thought you might never want to hear another ‘psych rock’ album again in your life, along comes an artist who resets the co-ordinates and makes the past seem startling new again.”—The Quietus
“…JuJu fuses elements of psychedelia, glam, prog and post-punk into a propulsive, melodic art rock. For Valenti, the music and words “conspire with ancient symbols and arcane memory, something buried deep in the collective unconscious of the Mediterranean, to give voice to a ‘drowning’ culture.””—MOJO Magazine
“Many acts propose a 21st century awareness of music history, accepting into their bloodstream disparate influences, but few enter that same log as their heroes; too many will simply pay homage, ignoring the fact that the greatest homage to the musicians that shaped them would be to continue their legacy of influence on new listeners. JuJu achieves what so few can. … This one comes highly recommended.”—The Active Listener“ … a tightly internalised and personalised twist. It comes from the heart and from the gut. … The result is a masterfully haunting set, and the passions and fervour of its entreaties ethereally linger in the memory.”—Record Collector Magazine
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